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lunedì 4 gennaio 2016

SOLDATO BLU (Soldier Blu) Indiani nativi d'America e Vietnam


Western interpretato da Peter Strauss e Candice Bergen nel 1969-70.
Alla sua prima apparizione sugli schermi, “Soldato Blu”... imperniato sul fatto storico delle guerre per annientare i nativi indiani, è quello del massacro di Sand Creek del 1864, in cui i soldati americani (le "giacche blu"massacrarono ed uccisero ben 500 Cheyennes (prevalentemente donne e bambini, perfino con sevizie e violenze sessuali!)... si meritò la definizione di western rivoluzionario e neo-realista, accrescendo l’opposizione dell’uomo della strada verso la guerra nel Vietnam, scatenata dagli USA con la loro invasione in quelle terre del Vietnam che hanno visto lo sterminio di tanti innocenti: donne, vecchi bambini... e tanti giovani ragazzi americani forzati a combattere lontano dalla loro patria e a morire ! (vedi video canzone: "Cera un ragazzo.."!

(LEGGI QUI per saperne di più, ma ecco alcuni passaggi che accomunano la guerra da parte degli USA in Vietnam contro la guerra verso gli indiani nativi d'America come l'esempio in questo film "SOLDATO BLU.

- "...Pochi giorni dopo questo incidente, dei membri di quella stessa unità hanno trattato in modo brutale un anziano fino a fargli venire un collasso, e poi lo hanno buttato già da un dirupo senza neanche sapere se era morto o vivo…
   Un paio di giorni dopo, hanno usato un uomo disarmato per esercitarsi al tiro al bersaglio…
     E meno di due settimane dopo, presumibilmente,  membri della Compagnia B hanno ucciso cinque donne disarmate.
   I membri dell’unità hanno ripetuto una litania di altri atti brutali commessi dalla compagnia…[compresa] una donna viva a cui hanno tagliato un orecchio mentre il suo bambino di pochi mesi è stato buttato per terra e calpestato…”

- "...Il carattere di improvvisazione di tutto questo, come Turse mette in risalto, si può vedere nel fatto che mentre  le violenze contro i civili erano diffuse, non erano però coerenti. Turse riassume ciò che gli aveva detto, decenni dopo, l’abitante di un villaggio situato in una zona che era stata trattata con brutalità: “Delle volte i soldati statunitensi distribuivano caramelle. Delle volte sparavano alla gente. A volte attraversavano i villaggi senza toccare nulla. Altre volte davano fuoco a tutte le case. Non capivamo il motivo per cui agivano in quel modo...”

- "....Nelle operazioni in periodi precedenti, gli abitanti dei villaggi erano  stati portati fuori dalla zona e ammassati nei campi profughi. Questa volta, invece, non era stata ordinata alcuna evacuazione e le popolazione era stata oggetto della furia totale di un assalto di terra e di aria. Una società rurale veniva fatta a pezzi davanti ai miei occhi..."
- "... Come una rete che si stringe, la ragnatela di storie e di rapporti presi da una miriade  di fonti si fonde in un ritratto convincente, inesorabile di questa guerra, E’ un ritratto che, in quanto americani, non si desidera vedere, che, avendolo visto si desidera di poter dimenticare, ma che non si deve dimenticare, e che i fatti ci costringono a vedere e ricordare e tenerne conto quando ci si chiede che cosa hanno fatto e che cosa sono stati gli Stati Uniti nello scorso mezzo secolo, e che cosa stanno ancora facendo e che cosa sono ancora..." (continua QUI)


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"SOLDATO BLU (Soldier Blu) - Original Trailer:
(vietato ai minori di età e alle persone sensibili e impressionabili)


RECENSIONE "SOLDATO BLU":
Dopo aver trascorso due anni in una tribù di Cheyennes, Cathy a malincuore torna tra i bianchi e, sotto la protezione del soldato Honus, si reca al forte per riunirsi col fidanzato.
Durante il tragitto, Honus ha modo di conoscere la crudeltà dei suoi compagni di reggimento e, grazie agli insegnamenti di Cathy, scoprirà il vero volto degli indiani d'America.

Tratto dal romanzo Arrow in the sun di Theodore V. Olsen, "Soldato blu" è, insieme a "Un uomo chiamato cavallo" di Elliot Silverstein, uno dei primi western che mostra gli indiani come delle mere vittime dell'immorale carneficina dei bianchi "dominatori".
Peter Strauss e Candice Bergen
 Il regista Ralph  Nelson ("Il seme dell'odio", "Sinfonia di guerra") vuole da un lato denunciare gli orrori compiuti dagli uomini, facendo crollare l'icona dell'indiano incivile e seminatore di sangue, ma dall'altro si propone di criticare indirettamente la brutalità della guerra in Vietnam che stava ormai per terminare.

Principalmente, il fatto storico inquadrato da Nelson è quello del massacro di Sand Creek del 1864, in cui i soldati americani (le "giacche blu") massacrarono ed uccisero ben 500 Cheyennes (prevalentemente donne e bambini, violentando e con sevizie orribili!), ignorando la bandiera bianca mostrata fin da subito dai capi della tribù. !!!

Il capo del villaggio indiano (Jorge Rivero a.1938) mostra, da SUBITO, 
la bandiera bianca alle giacche blu:
INUTILE!.. GENOCIDIO AVVIATO UGUALMENTE! (storia vera)
Anche grazie al sostegno della buona fotografia di Robert Hauser ("La rivolta", "La strana coppia"), la scena rappresentante appunto l'evento storico diventa il vero e proprio cuore del film. Essa contiene volutamente sequenze cruente, i cui dettagli più espliciti e brutali sono parzialmente assenti nelle copie attualmente in circolazione per volere dei produttori del film, che volevano evitare, in controtendenza con il volere di Nelson, scene troppo esplicite e cruente.

I due attori protagonisti Candice Bergen ("Miss detective", "Il vento e il leone") e Peter Strauss ("Minuti contati", "Licenza di matrimonio") risultano una buona coppia: lei dall'aria e dai modi da maschiaccio che sputa e impreca in libertà, lui che invece fa la parte del ragazzo istruito, rispettoso e di buon cuore. La loro storia d'amore è giocata e sviluppata in maniera convincente, senza puntare ad un lieto fine alquanto insensato.

IL SOGGETTO

L’occasione di creare accostamenti con gli episodi meno nobili della storia nazionale era sembrata troppo ghiotta per non venire sfruttata adeguatamente e “Soldato Blu” fu realizzato con questa precisa finalità. In proposito, lo stesso Nelson dichiarò: “Ho voluto mostrare queste atrocità perché intendevo sconvolgere la gente, devastare le coscienze e ricordare che la follia sanguinaria esiste ancora ai giorni nostri. E’ stato solo a riprese ultimate che abbiamo avuto notizia di quanto era accaduto in Vietnam, al villaggio di Song My!”. Nella località citata, gli uomini del tenente Calley, poi deferito alla corte marziale, avevano infatti sterminato nel 1969 decine di civili vietnamiti, considerati collaborazionisti dei Vietcong.
              
Il parallelo fra gli eccessi della campagna indocinese degli Anni Sessanta e la strage compiuta da Chivington un secolo prima, costituì fin dall’inizio l’idea centrale del film, che, condannando l’intervento militare americano a fianco delle truppe di Saigon, voleva stigmatizzare anche la politica di sterminio attuata nei confronti dei Pellirosse.

Alla sua prima apparizione sugli schermi, “Soldato Blu” si meritò la definizione di western rivoluzionario e neo-realista, accrescendo l’opposizione dell’uomo della strada verso la guerra nel Vietnam.

Lo scrittore Theodore V. Olsen, autore del romanzo “Arrow in the Sun” (1969) da cui la pellicola è tratta, non mirava invece all’esecrazione del perfido colonizzatore bianco, né tantomeno evidenziava tentazioni apologetiche verso i nativi. Il suo piacevolissimo racconto, ambientato nell’epoca immediatamente successiva all’eccidio del Little Big Horn, si conclude anzi con un lieto fine: il protagonista viene infatti acclamato come un eroe e la squaw-bianca Cathy abbandona il fidanzato ufficiale per dedicarsi anima e corpo al suo nuovo amore. Pertanto è lecito ipotizzare che, senza la provocatoria versione cinematografica di Nelson, l’opera di Olsen non sarebbe riuscita ad emergere facilmente dall’anonimato, nell’oceano narrativo del western in cui imperavano firme “sacre” come Warner Bellah, Lewis B. Patten, Alan Le May e Louis L’Amour.

Il libro, scritto con uno stile sobrio ed efficace, comprende passaggi indimenticabili: la descrizione della colonna militare in marcia, le elucubrazioni del soldato Menzies circa la permanenza della ragazza fra gli Indiani, la viscerale insofferenza del capitano Battles verso il presuntuoso tenente Spingarn. Olsen inserisce nell’opera riferimenti storici precisi, spiegando in maniera esauriente l’antefatto della vicenda.
(A cura di Domenico Rizzi)
Candice Bergen, Jorge Rivero, Aurora Clavell
FONTE: http://win.farwest.it/imperdibili/film/soldato_blu.htm
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ATTORI

Il capo indiano: Jorge Ribe, pseudonimo di Jorge Pous Rosas, Rivero, è un attore messicano
JORGE RIVERO
JORGE RIVERO

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MUSICA

"Soldier Blue" (soundtrack Theme from film)

voice: Buffy Sainte-Marie 

(lyrics in English, French & Italian)

(vietato ai minori di età e alle persone sensibili e impressionabili)


La cantante che interpreta la colonna sonora "Soldier Blu":
SEGUILA MENTRE CANTA "SOLDIER BLU" DAL VIVO ON STAGE: CLICK QUI

Buffy Sainte-Marie, nome d'arte di Beverly Sainte-Marie.


Nasce in una riserva di indiani Piapot, il 20 febbraio 1940, nella Qu'Appelle valley (Saskatchewan, nel Canada centrale). Viene presto adottata dai coniugi Albert e Winifred Sainte-Marie e trascorre infanzia e adolescenza nel Maine. Terminati gli studi all'università del Massachusetts ottiene abilitazione all'insegnamento e laurea in filosofie orientali.

Autodidatta, le sue canzoni di protesta (incentrate spesso sulla tematica dei diritti degli indiani nativi) riscuotono subito considerevoli riscontri in ambito studentesco e in breve la sua fama la porta a esibirsi nelle riserve indiane, nei teatri e nei festival del Canada e degli Stati Uniti.

Dopo un paio di album immersi nelle atmosfere folk e blues dell'epoca, con Little Wheel Spin And Spin la cantante affina la sua proposta musicale nella title track, brano ipnotico che anticiperà nell'atmosfera il primo Tim Buckley.

Illuminations (con formazione rock e utilizzo del sintetizzatore Buchla) viene considerato il suo capolavoro. La canzone Poppies anticipa il deragliamento dei sensi esasperato qualche anno più tardi da Tim Buckley nell'album Starsailor.

Sposato nel 1971 il compositore / arrangiatore/ sessionman Jack Nitzsche, torna sulla scena rivisitando country music, pop e rock in album dove l'utilizzo del suo particolare vibrato sarà al centro di composizioni originali e spesso impegnate socialmente.


Sono suoi il cavallo di battaglia pacifista reso celebre da Donovan Universal Soldier, Until It's Time For You To Go (interpretata tra gli altri da Elvis Presley, Barbra Streisand e Neil Diamond) e Up Where We Belong (scritta col marito e Will Jennings e resa celebre dal film Ufficiale e gentiluomo nell'interpretazione di Joe cocker e Jennifer Warnes) che le fruttò un Academy Award nel 1983 come migliore canzone dell'anno.

Molti italiani l'hanno iniziata a conoscere e ad ammirare grazie al suo grande successo nel 1971 nella sua supenda canzone, interpretata magistralmente, colonna sonora del film omonimo "SOLDIER BLU" in italiano: SOLDATO BLU dove spesso ripete: "questo è il mio paese" (this is my country).

Ha inciso anche una cover in chiave rock del cavallo di battaglia della cantautrice connazionale Joni Mitchell The Circle Game


Buffy Sainte-Marie, tenne un memorabile concerto al Skagen Festival il 02/07/2011. Eccola in "SOLDIER BLU"

TRADUZIONE DELLA CANZONE DAL FILM "SOLDATO BLU" "SOLDIER BLU")
SOLDATO BLU (Testo. Lyrics)
Ti racconterò una storia ed è vera
e te la racconterò in modo che tu capisca
E non parlerò come una serva della storia.

Guardo fuori e vedo una terra
giovane e adorabile. Dura e forte
Per cinquantamila anni abbiamo ballato le sue lodi
Pregato i nostri ringraziamenti e avevamo appena iniziato. Sì, sì
Sì, questo è il mio paese.
Giovane, che cresce
libero e fluente. Visita per vedere.
Sì, questo è il mio paese. 
Maturo e che porta miracoli
in ogni stagno e albero.
Il suo spirito percorre l'alto paese.
Sta dando modelli liberi e selvaggi 
e stabilendo un esempio su come donare.
 
Sì, questo è il mio paese
strangolando e girando
E' come un bambino che sta imparando come vivere
Posso stare su una collina all'alba
guardandomi tutto attorno
Sentendolo attorno a me
Soldato blu
Non vedi che la sua vita è appena cominciata
E batte dentro di noi. Raccontandoci che è qui per guidarci.


Soldato blu. Soldato blu. Soldato blu.
Non vedi che c'è un altro modo per amarlo.

Questo è il mio paese
E mi libero da lui
E sto imparando come contare su di lui
Alti alberi e il grano è l'alto paese.
Credo di amarlo.
E sto imparando come prendermi cura di lui.


Quando le nuove storie mi buttano giù
prendo un sorso di libertà a cui pensare
Il Nord America dal piede alla cima
Non è mai stato desiderato prima
So solo perchè appartengo a questo luogo

Soldato blu, soldato blu
Non vedi che c'è un altro modo per amarlo.

100 million native massacred and relegated to the indian reservations, they lost forever their Earth Mother: the greatest genocide in human history.
VIDEO>> Indian Reservation - Lampo & Pigri (Riccione Italy) Sottotitoli ITA 
con (with) Giuliano Gil Brezza (Electric Guitar)
Pubblicato il 11 apr 2015

RISERVA INDIANA (LAMENTO DELL'INDIANO DELLA RISERVA CHEROKEE - Indiani d'America). 
Lampo e i suoi Pigri (Riccione - Italy). 
Un modo di fare revival, (ricordando anche gli amici scomparsi) e nello stesso tempo lanciare di nuovo il grido di lamento a favore del popolo Cherokee-nativi d'America, chiamati impropriamente "indiani"... in questo magnifica song contro l'oppressione dei nativi nord-americani, che ho sottotitolato in italiano. 

Un ritmo costante e grintoso nell'insieme di basso e batteria, di Marcello Conti e Walter Tamagnini detto Wolly, unite con la chitarra del sottoscritto. Il meraviglioso organo Hammond di Giorgio Paolini con il suo alternarsi di modulation derivante da un poderoso e gigantesco LESLIE (adattato da lui stesso) da brividi. Non ha bisogno di commenti il Saxofono del giovanissimo Stefano Nicolini "Nico": semplicemente "bestiale", per usare l'aggettivo più in voga in quel tempo. Peccato che la voce di un grande, e in formissima, Lampo, alias Ferdy Ferdinando Ciandrini detto "Gnagno", risulti in secondo piano e poco chiara, ma del resto, da una registrazione, mono, con un registratorino portatile BASF e un piccolo microfonino, non ci si può aspettare di più. Meglio che niente. Un ottimo documento storico di ragazzi dell'altro ieri.

La canzone, in inglese, si riferisce alla rimozione forzata e la delocalizzazione del popolo Cherokee proveniente da stati del sud-est degli Stati Uniti verso territori ad ovest del fiume Mississippi. Questa rimozione forzata, nel 1830, è stata popolarmente indicata come la "Trail of Tears" ossia la "Pista delle lacrime". Ne seguì l'Indian Removal Act (atto di rimozione indiana) del 1830. Questa azione era parte di una più ampia politica di rimozione Indiana. I Cherokee erano una delle cosiddette Cinque tribù civilizzate, un popolo nativo americano del Nord America che al tempo del primo contatto con gli europei nel XVI secolo abitava nelle terre orientali e sud-orientali degli attuali Stati Uniti finché non sono stati costretti a spostarsi forzatamente nell'altopiano d'Ozark negli anni '38 e '39 del 1800. La traduzione è nel video sottotitolato. Nel finale un omaggio al popolo Cherokee, unendoci nel suo lamento. Per mai dimenticare! Il popolo Cherokee ritornerà! Buona visione e buon ascolto (meglio se con cuffia o impianto HI-FI). Da seguire fino in fondo, dato che alla fine trovate l'articolo a favore del popolo Cherokee.


- Indian Reservation - (Paul Revere & The Raiders)
(The Lamemt Of The Cherokee Reservation Indian)
Il testo (lyrics):


They took the whole Cherokee Nation
Put us on this reservation
Took away our ways of life
The tomahawk and the bow and knife
Took away our native tongue
And taught their English to our young
And all the beads we made by hand
Are nowadays made in Japan

Cherokee people
Cherokee tribe
So proud to live 
So proud to die

They took the whole Indian Nation
Locked us on this reservation
And though I wear a shirt and tie
I'm still a red man deep inside
Cherokee people
Cherokee tribe
So proud to live
So proud to die
But maybe someday when they've learned
Cherokee Nation will return
Will return, will return
Will return, will return



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Per rilassarsi, dopo tanto orrore che deriva dal film e sul dibattito scaturito seguendo "Soldato blu".. ecco qui un omaggio agli indiani nativi d'America con queste belle musiche e straordinarie immagini. Per non dimenticarli mai. Buona visione e buon ascolto.

(ENG) - To relax after so much horror that comes from the film and the debate arising following "Soldier Blue"... here is a tribute to the native Indians of America with this beautiful music and extraordinary images. To not forget them all, never. Good vision and good hearing.

Romantic native american. - Piekna melodia


Native American Indian Dream Catcher



Indian Vision - Chirapaq - Native American - Powerful Pride - Sacred Medicine



Cherokee Morning Song A beautiful Native American song


 "We are not indians, nor have we been to India. 
We are true natives. The natives Americans! "

"Noi non siamo indiani, nemmeno mai stati in India.
Noi siamo veri nativi. I nativi americani!"






4 commenti:

  1. Great account, Gil. Many, I think, would not like to read but it is a very heartbreaking fact of life that such atrocities occur. Always one who is not afraid to 'grasp the nettle', our Gil. Bravo, good friend :)

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  3. Thanks for your kind attention and participation, dear Eve. I publised other new, at the end of the articles here. A wonderful music to relax! That's what we need, after so much suffering...
    Ciao.... (I wrote in english for you)

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  4. Wow........ what an amazing video of which you speak, Gil....... love... wonderful....

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