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mercoledì 14 settembre 2016

LA BIBBIA - Vi spiego un po' di me e di Mauro Biglino


Uscito ufficialmente agli inizi di Settembre (personalmente l’ho comprato il 5), prodotto e commerciato da Mondadori, il nuovo saggio di Mauro Biglino, IL FALSO TESTAMENTO, ha tutti i connotati per far parlare di sé, da oggi sino al prossimo futuro. Il Falso Testamento, come cita l’autore, è l’ideale prosecuzione del precedente lavoro: LA BIBBIA NON PARLA DI DIO.
Biglino è stata una di quelle scoperte inaspettate. Al tempo, quando mi interessavo di archeologia proibita, c’erano i leggendari Michael Cremo e Zecharia Sitchin, oltre ad altri emeriti del campo. Per me, Sitchin, era il massimo, un uomo a cui avrei conferito il premio nobel per l’impegno profuso nella ricerca di verità scomode e spesso insondabili.
Lessi per la prima volta la Bibbia intorno ai 20 anni e fu sconvolgente. Da quel momento smisi di andare in chiesa, appuntamento di ogni domenica, poiché in nessun modo riuscivo a trovare un nesso tra ciò che leggevo e quello che sentivo predicare (ero un estimatore di Padre Pio e San Francesco). Certamente non ho fatto tutti i collegamenti di Biglino, ma grazie a una serie di studiosi, tra cui Sitchin e, principalmente, Bert Ehrman con il suo bellissimo libro “Gesù non l’ha mai detto”, ho iniziato a comprendere che le verità assodate, spesso celano spiacevoli inganni.
Mauro Biglino è una di quelle figure che meritano attenzione e spero che qualcuno di voi sarà spinto alla ricerca e a rendere omaggio al suo sensazionale lavoro.
Il presente scritto/articolo, che è più una recensione, non ha l’obiettivo di deprecare le credenze altrui, anzi, spero possa essere da stimolo anche per i più ferventi cristiani nella vera ricerca della cristianità, che è una cosa molto differente dall’essere semplicemente un cattolico che lavora, dorme, mangia e va a messa la domenica.
Preparatevi un bel the verde caldo e sedetevi comodi, da adesso niente giri di parole.
Dal 2010 a oggi l’autore e ricercatore Mauro Biglino ha prodotto diversi libri i cui temi volgono a determinare le seguenti affermazioni:
  • La Bibbia non parla di Dio (tra l’altro è anche il titolo di uno dei suoi lavori presi oggi in esame);
  • Non c’è creazione nella Bibbia;
  • Gli angeli celesti non erano entità spirituali;
  • la Bibbia parla di un patto di alleanza tra l’Elohim chiamato Yahweh e un particolare gruppo di uomini;
  • Yahweh era un ish milchamah, Uomo di Guerra (Esodo 15,3);
  • Elohim erano un insieme di governatori/legislatori/militari che gli uomini riconoscevano come esseri in carne ed ossa ma tecnologicamente avanzati, di cui faceva parte anche il presunto dio biblico Yahweh;
  • A Yahweh viene assegnata, dal capo degli Elohim, una famiglia, quella di Giacobbe, con cui stabilisce un rapporto di alleanza per creare una discendenza e affermarsi in un territorio preciso;
  • molti dei termini usati nella Bibbia che hanno un carattere ideologico e spirituale, sono in realtà parole con concezioni molto più pratiche e sostanziali;
  • e altri temi.
Mauro Biglino nasce a Torino nel 1950 ed è stato realizzatore di prodotti multimediali di carattere storico e culturale e ha tradotto, per le edizioni San Paolo, diciassette libri dell’Antico Testamento. Tra i suoi studi ci sono il latino, il greco e, naturalmente, la lingua biblica.
Prof. Mauro Biglino
Le bibbie che possediamo sono redatte sostanzialmente sulla base della Bibbia Stuttgartensia, ovvero la versione a stampa del Codice Masoretico di Leningrado: il codice redatto tra il VI e il IX secolo d.C. dai cosiddetti Masoreti, i custodi della tradizione. Da questa versione stabilita in modo segreto e arbitrario dei Masoreti, derivano le bibbie diffuse nel mondo. Quello che un credente non si aspetta è che i vari culti o credenze che gravitano intorno a questo importante testo antico, riflettono enormi differenze.
Biglino cita (La Bibbia non parla di Dio, Pag. 23-24): “… i cattolici devono credere veri, e cioè ispirati dal presunto Dio biblico, 46 libri… per il canone ebraico i libri accettati sono 39, perché non sono riconosciuti come veri alcuni di quei libri che i cristiani accettano… La Chiesa riformata, cioè il protestantesimo, aderisce in sostanza al canone ebraico… i cristiani copti considerano canonici, quindi contenenti verità ispirate, altri libri che i cattolici romani e gli ebrei non accettano, come il Libro di Enoch e il Libro dei Giubilei… La Chiesa greco-ortodossa non utilizza come base il codice masoretico di Leningrado bensì il testo dei settanta, cioè la Bibbia scritta in greco nel III secolo a.C. in Egitto. La Bibbia in greco presenta circa mille varianti rispetto a quella masoretica… Per chi viene dal Nord della Palestina, nel territorio dei Samaritani, la verità non si trova nel codice redatto dai masoreti ma nella Torah (Pentateuco) samaritana che presenta ben duemila varianti”. Potete leggere il continuo nel libro indicato.
La storia del libro definito Bibbia è alquanto articolata. Vittima di correzioni, interpretazioni e manipolazioni storiche e culturali, tanto da considerarsi, ai giorni nostri, poco affidabile almeno dal punto di vista della certezza che sia stata ispirata e che realmente ciò che si legge abbia una valenza spirituale.
Biglino fa presente che della Bibbia non sappiamo con certezza chi sono gli autori, quali suoni vocalici avevano in origine le parole (dato che la lingua ebraica antica veniva scritta di sole consonanti) e né il quando fu scritta. I libri del profeta Isaia, diviso in 66 capitoli, sono attribuiti a tre differenti autori, chiamati Deutero Isaia e Trito Isaia, e sono stati scritti in un arco temporale di almeno tre secoli. Le implicazione su questo solo fatto sono diverse e non di poco conto, contando che lo scritto predice alcuni avvenimenti importanti, e li predice perché scritti successivamente ai fatti predetti (appunto).
Nell’incertezza e come studioso, Biglino decide di approcciare al testo biblico con la logica del “fare finta che…”, ovvero nel constatare che quello che si legge, e che effettivamente i redattori del libro volevano dirci, sia reale, la testimonianza di qualcuno che desiderava enunciare i fatti che vedeva, senza il velo teologico costruito postumo. E se si legge la Bibbia così com’è, ne esce un racconto storico di guerra che non ha nulla a che vedere con il testo sacro che crediamo.
Il Presidente stesso dell’American Jewish University di Los Angeles, Robert Wexler, scrive che i racconti della Genesi non hanno avuto origine in Palestina, ma nella vasta area che conosciamo con il nome di Mesopotamia. Con questo assunto, voglio sottolineare l’intenzione di Biglino, soprattutto nei due libri che qui prendo a riferimento, la somiglianza e le affinità tra gli antichi testi sumero-babilonesi e quelli ellenici (Grecia) con la Bibbia. Lo studio che Biglino decide di intraprendere potrebbe sconvolgere il lettore certo che la Bibbia sia il solo libro sacro, relegando i testi sacri del mondo antico al puro Mito e Leggenda. Ma quando qualcuno inizia un raffronto alla pari, il quadro che ne esce è pressoché sorprendente.
Così Biglino, in più di 500 pagine (l’insieme dei due libri) ci spiega che sia gli Elohim che i Theoi greci, come gli Anunna Sumero-babilonesi e le divinità orientali:
  • non erano divinità spirituali ma una pluralità di individui in carne e ossa. In Salmo 82 Elyon, il capo degli Elohim (e quindi anche di Yahweh) ricorda ai suoi sottoposti che moriranno come gli Adam (umani), svelando la loro natura mortale;
  • entrambi, vivevano talmente a lungo da sembrare immortali;
  • avevano vizi e avevano una certa predilezione per l’odore della carne bruciata, motivo per cui chiedevano olocausti di animali e giovani di continuo;
  • si avvalevano di una tecnologia superiore;
  • decidevano arbitrariamente se far parte della guerra o meno, scorrazzavano a piedi in mezzo all’accampamento dei propri sottoposti, impartendo leggi sociali e sanitarie.
Facciamo un passo indietro. Che cosa portò Biglino a scontrarsi con le verità teologiche? Naturalmente il fatto di leggere la Bibbia così com’è, nuda e cruda, senza l’ausilio dei significati allegorici. Perché applicare solo alla Bibbia significati spirituali e ad altri libri storici, simili per contenuti, non fare altrimenti?
I testi sumero-accadici, e precisamente nel poema di Atrahasis e in Gilgamesh, troviamo gli stessi racconti della Genesi, come ad esempio la creazione dell’uomo e l’equivalente del Noè biblico (il diluvio universale, etc). Il mondo antico è pieno di racconti simili che trattano l’argomento apice di tutte le epopee: gli Dèi e la loro interazione con l’uomo. Esseri in carne ed ossa che formano l’uomo, ad alcuni di loro insegnano i segreti dell’universo e ne decidono la sorte. La Bibbia non è da meno. La Bibbia non è altro che uno dei molti testi prodotti dell’essere umano antico, con lo scopo di narrare le vicende di un popolo o, nel suo caso specifico, un piccolo gruppo di persone.
Gli ebrei e i protoebrei non avevano un termine, nella loro lingua, che indicasse la parola Dio come la si intende oggi. Cito Biglino: “…nella lingua ebraica non esiste un termine che indichi Dio nel senso inteso dalla dottrina cristiana”. Il concetto teologico della parola Dio, in ebraico antico “El”, sembra apparire a partire dalla dominazione greca, sotto l’influenza dei culti filosofici elleni.
Alcuni dei termini dell’Antico testamento tradotti con la parola Dio sono i seguenti:
  • Elyon, che nella Bibbia è tradotto con l’Altissimo, ma che letteralmente definisce ciò che è elevato, superiore, ciò che sta sopra, e che può stare ad indicare anche un oggetto che sta sopra un tavolo;
  • Yahweh, che viene tradotto con “il Signore” o “l’Eterno”, un nome che non dovrebbe essere pronunciato e che veniva sostituito con il termine Adonai. In Esodo 15,3, Yahweh viene definito Ish (che indica un uomo, un maschio) Milchamah, Uomo di Guerra. Attraverso gli studi di Biglino e altri autori, scopriamo che questo nome era conosciuto presso altre culture, come uno dei tanti Elohim. Presso gli ugariti, Yahweh aveva anche una consorte: Ashera.
  • Elohim. Nessuno sa con esattezza il vero significato di questa parola, ma nella Bibbia i teologi/traduttori lo traducono con Dio (!!! ndr). Elohim è il plurale di El, e sta ad indicare un gruppo di individui di questa coalizione di “dèi” o, meglio, esseri in carne ed ossa particolari, a cui appartiene lo stesso Yahweh. Ricordo che questi sono i veri termini contenuti nella Bibbia che noi non leggiamo perché tradotti in italiano. Ma chiunque studia teologia e ha a che fare con i testi biblici “originali”, ha accesso a questi termini, altrimenti Biglino non starebbe in giro a parlare per niente.
Ma la lista dei nomi continua e se vorrete approfondire vi rimando ai libri citati nell’articolo, qui daremo solo un piccolo assaggio.
Bará. Biglino ci porta in un mondo di termini che la cultura teologica, per convenienza, spesso è costretta a tradurre in modo forzato. Il termine Bará, che indica la creazione in Genesi, ha un diverso significato, non sta ad indicare una creazione dal nulla, ma una formazione da qualcosa che già esisteva, che già era presente. 
BenedizioneQuando nella Bibbia si parla di BenedizioneBiglino svela che la concezione di tale termine non ha valenza spirituale, ma materiale. Coloro che benedicevano, in sostanza, passavano quella che noi oggi chiamiamo eredità, una cosa del tipo: “Io lascio a te la casa, la macchina, la scrivania, la mia terra, etc.”.
Olam (viene tradotto ingannevolmente in "eternità", ndr)Gli ebrei non avevano nemmeno un termine per indicare l’eternità. La parola Olam, che i teologi/traduttori traducono con eternità, non ha valenza eterna, sta ad indicare un tempo considerevolmente lungo ma non eterno, che potrebbe concludersi. Come cita Biglino: “… nel Dizionario di ebraico e aramaico biblici, in cui alla voce Olam si raccomanda esplicitamente…: Non tradurre con eternità”.
Nel proprio excursus, Biglino da fondo a tutte le sue conoscenze, avvalendosi anche di importanti studi di ricercatori emeriti nei vari campi della scienza, per definire il più precisamente possibile, un quadro reale delle sacre scritture. Nelle interviste, ricorda sempre che lui di Dio non ne sa niente, ma che sicuramente non è nella Bibbia, che con la Bibbia Dio non ha nulla a che fare. Dei teologi dice una cosa molto interessante: "I teologi sono coloro che hanno prima ideato (elaborato in modo preferenziale, ndr) il concetto di dio e spiritualità cristiana, e gli stessi che hanno passato i successivi secoli a speculare sui loro stessi concetti. Un serpente che si morde la coda.
Non vi resta che provare a interessarvi all’argomento.
La vita è un dono. Non si scherza con la verità. Dobbiamo tutti tendere a un mondo in cui ci sia trasparenza e lealtà. Possiamo scegliere di essere diversi dai nostri antichi dominatori (semmai siano esistiti davvero).
La Bibbia parla di un presunto dio che stabilisce un’alleanza con i patriarchi e attraverso questa alleanza produce guerre e olocausti di animali e bambini (anche femmine giovani). Un dio iroso, geloso e scostante. Quel dio di benevolenza che, sino ai 20 anni, credevo fosse tutto, all’improvviso, mi era apparso un po’ barbaro e infantile. Solo col tempo ho compreso appieno. Biglino è stato l’elemento fondante e fondamentale per completare il quadro. Non è Dio il problema, ma lo è la concezione teologica/spirituale di testi che di Dio non parlano affatto.
Per chi fosse coraggioso, oltre ai due libri di Biglino citati nell’articolo (La Bibbia non Parla di Dio e Il Falso Testamento), consiglio:
– Gesù Non l’ha Mai Detto di Bert Ehrman;
– L’Altra Genesi di Sitchin.

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