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(immagine tratta dal film di Giorgio Diritti: "UN GIORNO DEVI ANDARE" con Jasmine Trinca (2013) e il TRAILER
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Non tutti hanno saputo mantenere viva la capacità di vedere nell’altro da sé un eguale da arricchire e non un diverso da sfruttare. Loretta Emiri c’è riuscita. Lei partì trentacinque anni fa dall’Italia per ritrovare quella se stessa che stava perdendo nella banalità di tanti giorni inutili, e l’ha incontrata nello sguardo degli indios delle foreste pluviali brasiliane. Loretta è rimasta in quei luoghi per difenderli dalla logica utilitaristica occidentale e per salvare la propria immagine interiore che vedeva riflessa solo nei loro occhi.
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Giorni contando morti del genocidio yanomami.
Giorni guardando foto di makuxì assassinati,
poveri corpi gonfi e insanguinati.
Pasti fatti osservando mucchi di rifiuti,
volti di accattoni, le loro menomazioni.
Giorni impotenti vedendo sciacalli
e assassini trasformarsi in nuovi politici.
poveri corpi gonfi e insanguinati.
Pasti fatti osservando mucchi di rifiuti,
volti di accattoni, le loro menomazioni.
Giorni impotenti vedendo sciacalli
e assassini trasformarsi in nuovi politici.
Giorni, ascoltando il respiro affannoso
di chi sopravvive, di chi è opposizione.
Giorni emozionati, visceralmente vissuti.
Giorni voluti. Giorni fecondi generando i futuri.»
(continua nel LINK annesso):
http://www.altritaliani.net/spip.php?page=article&id_article=1509
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03/06/2015 - Una delle mie più grandi amiche in Brasile, Hilta con la sorella, Marcileide, in una foto di oggigiorno, nei pressi di Manaus:
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