Chirurgia per perdere peso:
chi può sottoporsi a intervento?
In collaborazione con
Redazione Humanitas News pubblicato il 17 giugno 2016 in Malattie e cure
La chirurgia bariatrica, cioè il
trattamento chirurgico volto alla drastica riduzione di peso, è un’opzione
scelta ogni anno da centinaia di soggetti in grave obesità che vogliono
cambiare radicalmente stile di vita. Non si tratta di una scelta dettata
semplicemente da ragioni estetiche, ma soprattutto salutistiche: l’obesità
comporta gravi rischi e accorcia l’attesa di vita di almeno 10 anni.
L’intervento chirurgico è una strada percorribile ed è l’unica terapia che
permetta oggi di perdere la maggior parte del sovrappeso con basso rischio di
fallimento, cioè di recuperare il peso perso. La chirurgia bariatrica però non
è adatta a tutti: i pazienti che si candidano per un intervento di questo
genere devono essere valutati in modalità multidisciplinare (chirurgo,
dietologo e psicologo) e il paziente per essere operato deve ricevere
l’idoneità da questo gruppo di esperti dedicati. Ne parliamo con il dottor Giuseppe
Marinari, Responsabile di
Chirurgia Bariatrica di Humanitas.
Quali sono
gli interventi chirurgici a cui è possibile sottoporsi?
“Gli
interventi possibili e validati a livello internazionale sono quattro –
risponde il dott. Marinari -: bendaggio gastrico, sleeve gastrectomy, bypass gastrico e diversione biliopancreatica. Indicativamente
possiamo dire che i primi due sono più semplici e mentre gli ultimi 2 sono un
po’ più complessi. In Humanitas possiamo svolgerli tutti, ma in genere il
secondo ed il terzo (Sleeve e bypass gastrico) sono i più gettonati”.
Chi può sottoporsi a intervento?
“I pazienti
dai 18 ai 65 anni con obesità di terzo grado, cioè con un indice di massa
corporea superiore a 40, oppure con obesità
di secondo grado, cioè con un indice di massa corporea maggiore di 35 ma
affetti da una o più patologie legate al sovrappeso: diabete, ipertensione
arteriosa, displipidemia, apnea notturna, severe e documentate patologie
ortopediche che necessitino di calo ponderale”. L’indice di massa corporea,
indicato anche come BMI, si calcola
dividendo il peso in kg per il quadrato della statura espressa in metri.
“Al di là
delle caratteristiche fisiche, deve essere fatta una valutazione del paziente
che tenga conto anche degli aspetti alimentari-dietologici e psicologici”,
prosegue il dott. Marinari.
In cosa consiste la
valutazione?
“Bisogna
inquadrare lo stato di salute generale del soggetto, andando a ricercare le
possibili complicazioni dell’obesità, in
particolare la presenza e la gravità di complicazioni metaboliche, cardiache o
respiratorie. La valutazione deve anche accertare se il paziente in passato
abbia compiuto almeno un tentativo serio (meglio se più di uno) di dieta ben
condotta: è fondamentale. Bisogna inoltre indagare il suo rapporto con il cibo,
l’eventuale presenza di disturbi psicologici e la capacità/volontà di
collaborazione del paziente. Se è ritenuto idoneo, si valuta l’intervento
chirurgico più adatto”.
Quanti pazienti che si candidano per
l’intervento non vengono ritenuti idonei?
“Circa la
metà. Ogni anno in Humanitas svolgiamo 800 interventi di chirurgia bariatrica,
ma le valutazioni che facciamo sono almeno il doppio. Una parte di queste si
tiene all’interno della struttura ospedaliera, una parte invece nei nostri
ambulatori in varie città italiane. È possibile che la valutazione abbia esito
negativo per motivi di natura psicologica o per l’assenza di precedenti
tentativi di dieta o perché nella valutazione rischio/beneficio si valuti
meglio non operare, ma capita anche che sia il paziente stesso a tirarsi
indietro dopo aver ascoltato di cosa comporta l’intervento e dei rischi ad esso
connessi”.
Quali sono i rischi?
“Nel 97%
degli interventi non ci sono problemi. Nel restante 3% si verificano invece
delle complicazioni, le stesse che possono accadere dopo qualunque intervento
chirurgico: nel 2% dei casi c’è sanguinamento post operatorio, nel 5-6 per
mille ci sono delle infezioni. La mortalità è dell’1,7 per mille, ma nel nostro
gruppo Humanitas è molto più bassa”.
Quali sono i vantaggi?
“L’opzione
chirurgia oggi è davvero l’unica a disposizione di chi deve perdere molto peso
– spiega il dott. Marinari. – Il vantaggio è che il peso che si perde per
solito non viene ripreso, anche perché, ad esempio, la sleeve gastrectomy ed il
bypass gastrico riducono la fame e quindi portano a mangiare meno
spontaneamente. Se prendiamo cento persone con BMI pari o superiore a 40 che
seguono un regime alimentare dimagrante, fanno attività fisica e sono seguiti
da un supporto psicologico, in media solo 10 di questi riescono a perdere il
10% del proprio peso corporeo e a mantenere il risultato per cinque anni. Gli
altri 90 non ci riescono o perdono molti più chili ma poi li riprendono. Nel
caso della chirurgia bariatrica i numeri sono ribaltati: la stragrande
maggioranza ottiene un risultato duraturo, perché si ottiene un dimagrimento
che porta anche un cambiamento fondamentale dello stile di vita che altrimenti
non sarebbe così facile ottenere. Accanto alla perdita di peso si osserva anche
la scomparsa della maggior parte delle malattie associate (diabete,
ipertensione arteriosa, apnee notturne, dislipidemia): in pratica il rischio di
morte per malattia cardiovascolare è ridotto del 50%, così come il rischio di
ammalarsi di alcune forme di tumore legate all’eccesso di tessuto adiposo”.
Altri
vantaggi li offre la struttura ospedaliera di Humanitas, conclude il dott.
Marinari: “Siamo un centro ad alto volume (più di 800
interventi all’anno) e l’unico in Italia dove questi interventi
chirurgici sono fatti in fast track, cioè si
segue un ben definito protocollo ERAS (Enhanced recovery after surgery): grazie
a questo il recupero postoperatorio è rapido ed ottimale, ed è possibile
dimettere in sicurezza gli operati dopo solo due notti di ricovero”.
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