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venerdì 20 novembre 2015

ALCOLISMO FEMMINILE - Bomba a orologeria

Dalle stars alla polvere: alcolismo femminile, 

un allarme che cresce sotto la vergogna anche in Italia

Grimaldi, Hilton, Lohan, Anderson. Ma anche molte sconosciute, travolte da un abuso che ha numeri preoccupanti. E apre la strada alla drunkoressia





Prefazione di Giuliano Gil:
DOMANDA: L'uso dell'alcol. DRUNKORESSIA. - 
E' uno stordimento facile che arriva in momenti duri della vita oppure nell'inclinazione 
all'alcol contano le abitudini prese da ragazzini?

RISPOSTA: "ll pregresso ha sempre il suo peso. 
E parlo anche dell'esposizione all'alcol nell'infanzia o perfino durante la gestazione, 
un "segno" che dalla madre si trasferisce alla nuova vita in formazione. 
Poi c'è la diffusione della cultura dell'happy hour, associato, anche dal punto di vista 
pubblicitario, al benessere e alla socialità. 
Dunque l'abitudine di bere spesso, anche fuori dai pasti tradizionali, 
che aggiunge ulteriori problemi... potenziati dall'illusione di curare, con una sbronza, 
stati di ansia, malesseri esistenziali e agitazione". 

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La recente confessione televisiva di Eva Grimaldi si aggiunge ad un lungo 
elenco di casi più o meno noti, e spesso mai del tutto risolti. 
La lotta contro l'alcolismo riguarda una fetta femminile sempre più consistente 
della società, l'abuso di alcolici cresce presso le donne (il 20% dei casi censiti, 
per l'esattezza) e riguarda, insospettabilmente, in misura sempre maggiore 
la fascia d'età compresa fra i 35 e i 44 anni. 
Negli ultimi anni, stando alle 
statistiche ufficiali diffuse anche sul sito della Associazione Aliseo e 
nel più recente rapporto pubblicato dagli Alcolisti Anonimi
il rapporto fra uomini e donne con dipendenza dall'alcol è diventato di 1 a 3. 
E per entrambi i sessi l'età di accesso in modo massiccio agli alcolici 
si attesta attorno ai 16 anni. A che punto è la situazione in termini 
di prevenzione e terapia? E perché di alcolismo femminile si parla ancora 
così di rado nel nostro Paese? 
Ne abbiamo parlato con Enrico Maria Secci, psicologo e psicoterapeuta 
esperto in dipendenze.
                     
Il primo dato che colpisce è la fascia d'età maggiormente colpita 
da questa dipendenza.
 "Superati i 30 anni e mentre ci si approssima ai 40, le donne affrontano 

una serie di cambiamenti spesso sconvolgenti. Spesso si è travolte 
dalla maternità, dalla trasformazione del corpo, con paure e ansie che 
proseguono fino ad oltre i 50 anni, e da una vita da madre single dopo 
la rottura di matrimoni o altri legami sentimentali importanti. 
Dalla solitudine che ne scaturisce spesso arriva l'avvicinamento all'alcol, 
che può diventare patologico".

E' uno stordimento facile  che arriva in momenti duri della vita 
oppure nell'inclinazione all'alcol contano le abitudini prese da ragazzini?
 "ll pregresso ha sempre il suo peso. E parlo anche dell'esposizione all'alcol 

nell'infanzia o perfino durante la gestazione, un 'segno' che dalla madre 
si trasferisce alla nuova vita in formazione. 
Poi c'è la diffusione della cultura dell'happy hour, associato, anche 
dal punto di vista pubblicitario, al benessere e alla socialità. 
Dunque l'abitudine di bere spesso, anche fuori dai pasti tradizionali, 
che aggiunge ulteriori problemi. Potenziati dall'illusione di curare, 
con una sbronza, stati di ansia e agitazione".
"Alla fine della "ballata" -  Qualcuno chiama questo: diversità!"

Esistono profili psicologici particolarmente inclini a cadere in questo 
tipo di dipendenza?
 "Non esistono tipi individuati in maniera totalmente schematica. 

Contano le storie personali e i cambiamenti, spesso traumatici, che ciascuno 
dei pazienti ha vissuto".

L'arrivo della maternità serve come spinta per una donna ad 
abbandonare la bottiglia?
 "Di solito è un fattore importante di motivazione al riscatto. Ma ripeto, 

dipende dal vissuto e dalle caratteristiche personali, perché capita anche 
che una donna arrivi a questo passaggio così importante della propria vita 
in condizioni di grande sofferenza, e dunque la cosiddetta dolce attesa 
diventa piuttosto amara e spinge verso il bicchiere".

Le tecniche terapeutiche di recupero dall'alcolismo hanno avuto 
sensibili aggiornamenti nel corso del tempo o si tratta di puro marketing, 
come nel caso delle rehab miracolose in cui si rinchiudono per 
qualche settimana le celebrità dello spettacolo che spesso 
esibiscono in pubblico anche questi aspetti della propria vita?
 "I metodi non hanno avuto rivoluzioni. Sono collaudati, all'astensione assistita 
da personale specializzato e alla terapia psicologica o psichiatrica si può 
abbinare un uso accorto dei farmaci. 
Ma è la forte volontà a fare la differenza quando si lotta contro l'alcolismo. 
I gruppi di terapia, come quelli organizzati dagli Alcolisti Anonimi, possono
 essere una motivazione ulteriore per la persona, che non si sente sola 
nell'affrontare una battaglia così dura".

Si resta alcolisti a vita?
 "C'è chi lo sostiene, anche tra i terapeuti. Io credo che questa affermazione possa 

avere un valore strategico per spingere a tenersene alla larga. 
Tutto può cambiare, basta volerlo".

Esiste un tabu femminile nell'ammettere questa dipendenza, oppure le stesse difficoltà le sperimentano anche gli altri sessi?
 "Sì, esiste ma esagera un atteggiamento diffuso tipico dell'alcolista, che si vergogna di se stesso. E tende a isolarsi quando beve all'eccesso. Aggiungiamo poi il fattore depressione, che porta all'alcol e che viene da questo potenziato, complicando ulteriormente il quadro terapeutico. Ma va anche detto, statistiche alla mano, che le donne sono più brave a nascondere comportamenti che per prime avvertono come sbagliati".


 Cosa si può fare di più per far emergere il problema dell'alcolismo femminile?
 "Usare meglio i mezzi di informazione da parte della Sanità e di tutti i soggetti che operano per offrire sollievo da questa patologia. Ad esempio un uso accorto dei social network potrebbe coinvolgere in campagne appropriate i giovanissimi, che sono particolarmente a rischio. Anche perché va aumentando il fenomeno della drunkoressia, o alcoressia: molte ragazzine, per restare magre ma non sentire i morsi della fame, tendono a bere di continuo e a non mangiare. E' una patologia emergente ancora sottovalutata".
di Cristiano Sanna   (@Crikkosan) - (FONTE: Together with passion)


2 commenti:

  1. Excess alcohol is an escape, albeit temporary. It dulls the senses, therefore making that which is uncomfortable, tolerable, even laughable. Society today is a hard place to be. The expectations are high, in almost every respect. Media images convey so much that demands perfection in every way. Teenagers are expected to be so many things and not to fail. In particular, the role of women has altered so much and so fast in the last few decades, it is at the very least difficult and in some cases impossible to determine what the world in general will accept. Therefore, to my mind, it is no surprise that there is a severe alcohol problem.

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  2. Many thank for your important article here, dear friend Eve. I've apreciate it very much. Hugs x

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