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sabato 20 febbraio 2016

l condannato Gesù con ALTRI due malfattori !


"Due Gesù" nel Vangelo?
estratto intervista a Mauro Biglino - a cura di Dario Gallinaro

Luca 23,32 - Nuovo Testamento

Traduzione ufficiale (Cattolica):
"Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per essere giustiziati"

Traduzione dei Testimoni di Geova:
"Ma altri due uomini, malfattori, erano pure condotti per essere giustiziati con lui"


Il problema è che nel testo originale, in greco, c'è scritto questo:
"(...) duoi eteroi Kakaourgoy (...)"
La cui traduzione corretta è: "(...)
ALTRI due malfattori" (...)"


Avete capito cosa hanno fatto i teologi cristiani e i TdG?
Non solo hanno manipolato-falsificato la traduzione... ma si sono inventati una parola che non esiste nel testo originale!!! 
Infatti, nel testo greco il termine "uomini" NON c'è! Se lo sono inventati!
E sappiamo tutti il motivo!
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Gesù e Barabba: si tratta della stessa persona?
L’interrogativo può apparire un pò forte, e senz’altro lo è per chi non ha adeguatamente approfondito la conoscenza delle sacre scritture, con specifico riguardo ai testi evangelici.
Eppure, sulla “lezione” Gesù Barabba esiste una vasta letteratura che conferma che durante il processo al cospetto di Ponzio Pilato si trovavano due personaggi: il primo Yeoshua Barabba (Gesù Barabba) ed il secondo Yeoshua Bar-Abba (Gesù Bar-Abba).
Che significato ha questa distinzione e cosa indicano questi nomi?
Barabba è al contempo un nome proprio di persona oppure un titolo che significa Figlio Del Padre (da Bar=Figlio ed Abba=Padre) Nella letteratura ebraica il suffisso Barabba è considerato un patronimico (ovvero un suffisso che indica la paternità di una persona). La stessa cosa che notiamo nel suffisso (patronimico) Yoshua Bar-Yoseph (Gesù figlio di Giuseppe) o, più in generale in Yeoshua Bar-Abba (Gesù Figlio Di Dio).
Peraltro, nella cultura ebraica (anche contemporanea) il nome “Dio” non può essere nè trascritto nè pronunciato.
In Matteo 27,16-27, il copista scrive “Avevano allora un noto carcerato, di nome Barabba. Essendo dunque radunati, Pilato domandò loro: «Chi volete che vi liberi, Barabba o Gesù detto il Cristo?” .
Alcuni manoscritti tra cui il Codice Q, f1, il 700 e alcuni codici già noti ad Originene, menzionano Barabba sotto la denominazione di Gesù Barabba. Secondo eminenti studiosi la lezione Gesù Barabba è quella genuina per le seguenti ragioni illustrate dalla prof. C. Mazzucco.
L’espressione originaria usata in Matteo 27, 16-17 pertanto è “Avevano allora un noto carcerato, di nomeGesù BarabbaEssendo dunque radunati, Pilato domandò loro: «Chi volete che vi liberi, Gesù Barabba o Gesù Bar-Abba?
Le traduzioni normalmente omettono in entrambi i casi “Gesù”. Nell’ediz.  allegata, una nota in calce alla traduzione segnala la variante.  Qui è evidente che la forma “Gesù Barabba” costituisce una lectio difficilior: a  nessun copista sarebbe venuto in mente di aggiungere “Gesù” se non lo avesse trovato  nel testo. Commenta Gnilka: “Si raccomanda la lezione jIhsou~n Barabba~n, ovvero  jI. to;n B. Può apparire scandaloso che Barabba si chiami anche Gesù. Per questo fu cancellato nella grande maggioranza dei manoscritti”. Commenta anche A. Mello:99 “‘Gesù Barabba’ è lezione conservata solamente da una piccola famiglia di manoscritti,  ma ha un’alta probabilità di essere quella originaria, poiché più difficile.
La lezione Gesù-Barabba era già nota a  Origene, il quale la esclude per il motivo (di carattere religioso) che nessun peccatore può portare il nome di Gesù: i copisti devono aver fatto altrettanto, per gli stessi motivi reverenziali (l‘evangelo  di Matteo è l’unico in cui la variante si sia conservata). 
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"No, non è stato un errore condannare Lui invece di me, Barabba, perché il vero Barabba era Lui, Gesù di Nazareth. Un poco di pazienza e mi capirete.
Eravamo molto diversi, ma avevamo in comune anche molte cose. Entrambi volevamo il bene del nostro popolo ed entrambi ci siamo sentiti dire d’essere dei malfattori, come capita agli sconfitti. Io avevo scelto la via della resistenza e della guerriglia per scuoterci di dosso il giogo di Roma, logorandola con attentati, atti terroristici, sommosse, in vista di una rivolta generale.
Quando ho visto il fascino che aveva il giovane profeta di Nazareth, tentai di agganciarlo tramite uno dei nostri, passato al suo seguito, l’apostolo Simone, detto lo zelota. Sarebbe stata una straordinaria alleanza: lui avrebbe portato al nostro movimento le forti motivazioni religiose, io le mie capacità di azione. Ma non ebbi risposta. Un idealista non capisce certe cose. 
Lui era un provinciale inesperto delle dure leggi del potere e annunciava la venuta di un inafferrabile regno di Dio, che ora sembrava richiedere violenza, ora mitezza. I nostri due progetti fallirono e come conseguenza siamo stati considerati malfattori. 
Io, Barabba, perché turbavo la pax Romana, lui, Gesù, perché turbava la pax religiosa.

 Quando Pilato, (ricordo bene: era la Parasceve), nel tentativo di liberarlo, lo aveva messo in ballottaggio con me, la scelta dei nostri capi fu facile, dal momento che in segreto appoggiavano il nostro movimento di resistenza a Roma. Mobilitarono in fretta un gruppo dei nostri che naturalmente chiesero la mia liberazione.
Mi dispiacque, perché era un giusto. I suoi seguaci dicono che fosse il Salvatore. Se così fosse, il primo ad essere salvato sarei stato io, perché la sua morte ha salvato la mia vita. Questo fatto mi ha portato spesso a pensare che il vero Barabba fosse Lui. Io ne portavo il nome, ma Lui ne viveva la re a l t à. 

Bar-abba significa figlio (bar) del  "Padre" (Abbá). 
Lui portava il nome di Gesù, ma in realtà viveva come figlio devoto alla presenza del Padre che sta nei cieli, Padre di tutti, che dà la vita a tutti, che accoglie tutti i suoi figli.
Lui era molto più pericoloso di me, che volevo solo una rivoluzione politica, un cambiamento degli altri. Lui invece presentava il Padre che vede nei cuori, che non tollera l’ipocrisia e la strumentalizzazione degli altri. Ma con queste idee non urtava inevitabilmente contro il diritto che ciascuno pensa d’avere di fare liberamente le sue scelte? Non complicava la vita? Non era contrario alla pace di chi vuol vivere a modo suo?

Mi sono proprio convinto che era lui il rivoluzionario, il perturbatore del quieto vivere, perché Figlio di quel Padre, che vuole che i suoi figli, non pensino solo a se stessi, non si facciano del male tra di loro, ma si aiutino come fratelli.

Che malfattore questo Barabba, che vuole che diventiamo tutti dei Barabba!"
(FONTE: CLICK QUI)

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