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venerdì 18 settembre 2015

Scie chimiche, inquinamento, polveri sottili, aria inquinata: i KILLER !

                              

Un recente studio dell’Istituto Max Planck attribuisce alle polveri sottili un alto tasso di mortalità. A complemento dell’articolo che proponiamo, ricordiamo, in ordine di incidenza, le principali fonti di polveri sottili ed ultrasottili, all’origine sia di numerose patologie sia di decessi. 


Al primo posto:

• Geoingegneria clandestina

• Inceneritori


seguono:

• Strutture industriali

• Impianti urbani 

• Traffico veicolare

Se non esistessero le operazioni chimico-biologiche, eseguite in gran parte attraverso l’aviazione civile (aerei passeggeri e cargo), il numero di morti citato nell’indagine si ridurrebbe di un buon 90 per cento!

L'inquinamento atmosferico causa ogni anno la morte prematura di oltre tre milioni di persone a livello mondiale, con una maggiore incidenza in Asia. È quanto si legge in un nuovo studio condotto dall'Istituto Max Planck per la Chimica e pubblicato sulla rivista “Nature”, in base al quale la mortalità da inquinamento dell'aria potrebbe raddoppiare entro il 2050, arrivando ad interessare 6,6 milioni di persone all'anno. 

Gli esperti hanno combinato un modello globale di chimica atmosferica con i dati demografici e le statistiche sulla salute per stimare il contributo di diversi inquinanti, in particolare delle polveri sottili, alla mortalità prematura. Stando ai dati, le emissioni derivanti dall'energia residenziale, ad esempio per riscaldarsi e cucinare, sono prevalenti in India e Cina ed hanno l'impatto più alto a livello planetario sulle morti premature. In molte aree degli Stati Uniti a pesare sono il traffico e la produzione di energia, mentre in Europa, Stati Uniti orientali, Russia ed Asia orientale le emissioni provenienti dall'agricoltura danno il contributo maggiore alle polveri sottili. 

Secondo uno studio correlato, condotto dall'università britannica di Leeds e pubblicato su “Nature Geoscience”, tra 400 e 1.700 morti premature si sarebbero potute evitare, se fossero stati ridotti in modo considerevole gli incendi legati alla deforestazione registrati nell'Amazzonia brasiliana negli ultimi anni. 

Gli esperti hanno unito misurazioni satellitari e terrestri ad un modello di trasporto chimico per dimostrare che, nella regione, le concentrazioni di polveri sottili sono calate del 30% durante la stagione secca, proprio a seguito della riduzione degli incendi associati alla deforestazione. (fonte: www.tankerenemy.com)

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Milano. Inquinamento dell'aria: chi è più intelligente si difende così
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Oggi la morte viene dal cielo sotto mentite spoglie:
L’aria non conosce frontiere locali, nazionali o internazionali. Tutto ciò che viene scaricato nella troposfera entra nel ciclo biologico, e così lo respiriamo, ingeriamo o assorbiamo inavvertitamente, a partire dagli scarichi rilasciati dagli aeromobili. 

Dobbiamo insegnare loro!
In base alle leggi della fisica, e secondo i dettami di NASA (National Aeronautic and Space Administration), EPA (Environmental Protection Agency) e FAA (Federal Aviation Administration, la combustione del carburante solo a partire da 8 mila metri di quota ma non al di sotto, e a meno 40 gradi centigradi, con un’umidità minima del 70 per cento, provoca la formazione di scie di condensa. I velivoli che in Europa sfrecciano giorno e notte dagli 8.000 metri di altitudine ai 1.000, al di sopra dei centri abitati, dal punto di vista prettamente scientifico non emettono scie di condensazione, bensì scarichi di altro genere, ossia scie chimiche. Ben altra cosa è il fumo dei motori di aeroplani da guerra, durante la prima e seconda guerra mondiale.


Milioni di fotografie e migliaia di filmati, nonché la testimonianza di innumerevoli persone che hanno superato i 30 anni,  provano ed attestano inequivocabilmente, che prima del 2002 il vecchio continente non era ricoperto da una cappa chimica originata da aerei mascherati a dovere, che vela la luce del sole, rendendo l’aria irrespirabile, con notevoli ed improvvisi sbalzi di temperatura. 
28/08/2015 Riccione (zona San Lorenzo): AEREI MILITARI SCATENATI CON SCIE: SOLE OSCURATO! 
Certo, prima di allora, il Pentagono, la Nasa ed il Max Planck Institute hanno mandato in onda singoli e segretissimi esperimenti, come quello realizzato in Sardegna nei primi anni ’60, spargendo il tossico bario. 
Freddo e caldo naturale? No: artificiale! 
Sardegna (Italia) - la prima zona degli esperimenti
Tralasciando i documenti ufficiali del governo di Washington, e più precisamente dell’US Air Force sulla "conquista del tempo", già citati e pubblicati integralmente, che certificano una guerra ambientale in atto vietata dalla convenzione internazionale Enmod del 1978, è sufficiente l’osservazione diretta del cielo per comprendere il senso di questo genocidio contro popoli ignari del gravissimo pericolo. 

Oltretutto, dalla quotidiana disamina dei tracciati radar si evince che in realtà non esistono voli di linea che transitano su aerovie militari e a bassa quota, bensì il
contrario. In Europa, a parte la Russia che controlla il suo territorio, soltanto la NATO ha il dominio dello spazio aereo. Quindi non si muove foglia che lo zio Sam non voglia. In Italia, istituzionalmente il compito di monitorare continuamente lo spazio aereo nazionale è affidato all'Aeronautica Militare Italiana. Allora, delle due l'una: o l'AMI non è clamorosamente in grado di assolvere il suo compito, (a parte la complicità diretta nella strage di Ustica), oppure è parte attiva di questo crimine contro l'umanità, e quindi il relativo Stato Maggiore deve rispondere di strage e di alto tradimento. Nel 1997 ad Erice in Sicilia viene presentato il progetto Teller, messo in pratica a partire dal 2002. Questi sono fatti documentati e verificabili, non opinioni. Quindi, è impossibile negare la straripante evidenza.


Senz’aria non c’è vita per gli esseri umani, gli animali e le piante. L’aria è essenziale per tutti gli esseri viventi della Terra. L’aria pura rappresenta il nostro elisir di vita. 
Tuttavia, cosa s’intende per aria pulita, pura? 
L’aria è la miscela di gas dell’atmosfera terrestre i cui componenti principali sono l’azoto (N2, 78 per cento) e l’ossigeno (O2, 21 per cento) e, in minima parte, il gas argo (Ar) e l’anidride carbonica (CO2). In questo stato, senza l’influsso di qualsiasi altra sostanza, l’aria è inodore e insapore. Tuttavia in questa forma l’aria non esiste in alcun posto al mondo. Le sostanze più diverse si mescolano costantemente all’aria. Talvolta formano anche dei nuovi composti mediante reazioni chimiche.  

E’ importante distinguere tra l’anidride carbonica (CO2) e tutte le altre sostanze inquinanti, poiché la CO2 non è dannosa per l’aria. I concetti «puro» e «pulito» devono quindi essere considerati in modo relativo. Per le persone l’aria è «pulita» se non danneggia la salute. Il problema si complica quando il comportamento umano, ovvero industriale, ma soprattutto militare ha effetti nocivi sull’ambiente.
Cosa danneggia la salute e cosa è accettabile per l’essere umano? In che modo l’aria incide sulla salute? L’inquinamento dell’aria con sostanze inquinanti quali polveri sottili e sostanze gassose tocca tutte le città e gli agglomerati del mondo. L’Europa e in particolare l’Italia non fanno eccezioni. Gli effetti delle sostanze inquinanti nell’aria sulle vie respiratorie e l’apparato cardiocircolatorio sono conosciuti. Il tipo di sostanze inquinanti è chiaramente cambiato negli ultimi decenni.   Per il biossido d’azoto (NO2), prodotto soprattutto dalla trasformazione degli ossidi d’azoto durante i processi di combustione (ad esempio i motori degli aerei), nell’UE il valore limite annuo è di 40 μg/m3. Tuttavia, dal 2002 l’Unione europea non monitora più la qualità dell’aria nei cieli. Infatti, il registro Ines è fermo da allora. Singolare coincidenza: proprio nel 2002 è decollata nel vecchio continente l’aerosolchemioterapia bellica della NATO, segretamente e sotto mentite spoglie civili.

Ecco un metodo infallibile, economico e non ostacolabile per misurare il grado di inquinamento che ricade sulla terra: i licheni come bioindicatori dell'inquinamento atmosferico. Parola al professor Pier Luigi Nimis, del Dipartimento di Biologia dell’ Università di Trieste:

«Il biomonitoraggio si basa sulle variazioni ecologiche indotte dall'inquinamento sull'ambiente; tali variazioni si manifestano in modo più o meno evidente a tre livelli diversi: accumulo delle sostanze inquinanti negli organismi; modificazioni morfologiche o strutturali degli organismi; modificazioni nella composizione delle comunità animali e vegetali. 
Un buon indicatore biologico deve possedere le seguenti caratteristiche: 
1. accertata sensibilità agli agenti inquinanti considerati; 
2. ampia distribuzione in tutto il territorio in esame; 
3. scarsa mobilità;  
4. ciclo vitale lungo; 
5. eventuale capacità di accumulo di sostanze inquinanti. 

I licheni, ed in particolare quelli epifiti, sono in grado di fornire ottime indicazioni sulla qualità dell'ambiente, in quanto il loro metabolismo dipende essenzialmente dall'atmosfera. 
Le principali caratteristiche che fanno dei licheni dei buoni indicatori dell'inquinamento atmosferico, sono riassumibili in 5 punti: 
1) Elevata capacità di assorbimento e di accumulo di sostanze prelevate dall'atmosfera. Mancando di aperture stomatiche ed essendo sprovvisti di cuticola, i licheni attuano gli scambi gassosi attraverso tutta la loro superficie: tale assorbimento si protrae notte e giorno per molti anni. Il metabolismo di questi organismi dipende quasi esclusivamente dalle deposizioni secche ed umide dall'atmosfera; è facile quindi comprendere perché i licheni riescano ad accumulare a livelli facilmente apprezzabili quei contaminanti atmosferici persistenti (metalli, radionuclidi, idrocarburi clorurati, fluoruri, etc.) difficilmente misurabili in campioni di aria. 
Elementi nutritivi e contaminanti vengono assunti sotto forma gassosa, in soluzione o associati al particellato». - (a cura di Gianni Lannes)
Intervista al Biologo Giorgio Pattera sulle scie chimiche e polimeri
 (anno 2010)

Intervista a Giorgio Pattera - Scie Chimiche, la Lotta Continua - Pubblicato il 30 lug 2013

per capire, a distanza di quasi 4 anni, l'evoluzione della ricerca e della lotta contro le scie chimiche.


Intervista a Corrado Penna - Differenze tra scie chimiche e scie di condensa:




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