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martedì 29 settembre 2015

La guerra ambientale in casa nostra. CLIMA IMPAZZITO? NO

E’ innegabile che in quest’ultimo decennio in cielo si vedano attività nuove, strane, desuete, fenomeni inconsueti, ma costantemente presenti, che modificano la fisionomia dell’atmosfera e di conseguenza di tutto quello che essa contiene, esseri umani compresi. 
Cieli "neri" per il nostro futuro e il futuro dei nostri figli...
E’ innegabile che il nostro magnifico clima temperato si stia trasformando e ci precipiti in situazioni climatiche che non ci dovevano riguardare; cicloni, uragani, bombe d’acqua, alluvioni a ripetizione, migliaia di fulmini, chicchi di grandine giganti, capaci di devastare il muso di un aereo in volo e contemporaneamente grande caldo, siccità, incendi devastanti, distruzione della fauna acquatica e terrestre: disgrazie che si intensificano di anno in anno e che sono apparse quasi all’improvviso e tutte insieme in pochi anni!
 





Non è credibile che siano operazioni spontanee della natura, improvvisamente impazzita; non è credibile alcuna spiegazione scientifica o pseudo tale per il semplice fatto che la mano dell’uomo è evidente ad occhio nudo, basta guardare, basta voler vedere e voler capire! 
E, anche se quell’uomo, veste una divisa, sappiamo, ce lo ha insegnato la Storia, che può compiere dei crimini contro l’Umanità


La siccità è in espansione

L'ennesima coltivazione di granturco
andata a male.




La spiga di grano sofferente:
questo capolavoro del Creatore ci assomiglia!
Sulle strade e nelle piazze la nostra associazione ha incontrato migliaia di persone che scoprono questa realtà e sono in grado, con profondo dolore, di accettarla e integrarla nella loro coscienza e altrettanti che non possono vedere, accettare o capire perché troppo oberati dalla pesantezza della loro vita. (segue nel LINK annesso):

http://riprendiamociilpianeta.it/portfolio/scie-chimiche-depositato-esposto-alla-procura-di-torino/

IO VOGLIO QUESTO CIELO DI NUOVO!

GENERALE FABIO MINI: "CLIMA IMPAZZITO? 
NO! E' GUERRA CLIMATICA"

La guerra ambientale non è più solo un’ipotesi: è già in atto. Ma guai a dirlo: si passa per pazzi. Eppure, «negare l’informazione è già un atto di guerra fondamentale», denuncia il generale Fabio Mini, che conferma tutto: la “bomba climatica” è la nuova arma di distruzione di massa a cui si sta lavorando, in gran segreto, per acquisire vantaggi inimmaginabili su scala planetaria.

Alluvioni, terremoti, tsunami, siccità, cataclismi. Uno scenario che, purtroppo, non è più fantascienza. E da parecchi anni.
Era il lontano 1946 quando Thomas Leech, scienziato e professore israeliano-neozelandese, lavorò in Australia per conto dell’Università di Auckland con fondi americani e inglesi per provocare piccoli tsunami. Il successo del “Progetto Seal” spaventò Leech spingendolo a fermarsi dopo i primi test. Ma chi ci dice che la manipolazione del clima non sia stata portata avanti? Oggi, con la robotizzazione, per molte “operazioni” bastano poche persone. «Non ci sono vincoli, non ci sono regole, se c’è la possibilità di farlo ‘qualcuno’ lo farà». Non i governi, ma ristrette élite.

Ne ha parlato di recente, in un convegno a Firenze largamente disertato dai media, l’ex comandante delle forze Nato in Kosovo. Mini rivendica responsabilità di aver posto in Italia l’attenzione su questo tema quando nel 2007 scrisse l’articolo “Owning the weather: la guerra ambientale è già cominciata”, ufficializzando uno scenario nuovo e inquietante: le forze della natura sono adoperate e piegate come strumento ed arma.
Può accadere, sottolinea Mini, perché – come di fronte a qualsiasi altra aberrazione di carattere mostruoso – l’opinione pubblica è innanzitutto incredula: «La maggior parte delle persone ritiene inconcepibili certi scenari, in quanto non è al corrente delle progettazioni in materia di tecnologie militari e quindi delle conseguenti implicazioni».
Da un lato c’è la rassicurante convenzione Onu del 1977, che proibisce espressamente «l’uso militare, o di altra ostile natura, di tecniche di modificazione ambientale con effetti a larga diffusione, di lunga durata o di violenta intensità». In realtà, al 90% le prescrizioni Onu vengono regolarmente disattese, in particolare dai militari. I quali «hanno già la capacità di condizionare l’ambiente: tornado, uragani, terremoti e tsunami alterati o addirittura provocati dall’uomo sono una possibilità concreta».

I militari, riassume Mini – citato nel report del blog “No Geoingegneria” – prediligono la tecnologia. E le loro richieste alla scienza non sono per programmi attuabili a breve termine, ma sono progetti con sviluppi nel medio e lunghissimo termine.
Attenzione: «Non esiste una moralità che possa impedire di oltrepassare un certo punto. Basti pensare allo sviluppo e le applicazioni degli ordigni atomici. Non esiste vincolo morale, ciò che si può fare si fa».
Inoltre, la nuova tecnologia viene applicata anche a livello immaturo: «La voglia di conseguire un vantaggio spinge ad usare le tecnologie senza fare test a sufficienza. Una possibilità viene messa in atto per verificarne il funzionamento, sperimentandone direttamente sul campo gli effetti». Già nel 1995, uno studio dell’aeronautica militare statunitense (“Weather as a Force Multiplier: Owning the Weather in 2025”) delineava i piani da sviluppare per conseguire nell’arco di 30 anni il controllo del meteo a livello globale.
Secondo Mini, non si parlava ancora di “possedere il clima”, ma di controllare il meteo e lo spazio atmosferico per condurre operazioni Thomas Leechbelliche, «per esempio irrorando le nubi con ioduro d’argento, altre sostanze chimiche o polimeri, per dissolverle oppure spostarle».
Si tratta della possibilità di destabilizzare una regione o paese, in qualsiasi parte del mondo.
Oggi, a 17 anni dalla pubblicazione di quello studio, secondo il generale Mini «siamo piuttosto vicini al traguardo del 2025».
Secondo il meteorologo statunitense Edward Norton Lorenz, padre della “teoria del caos”, mai e poi mai avremo conoscenze sufficienti a verificare le effettive conseguenze di una modificazione climatica. Se qualcuno trae un vantaggio da una modificazione climatica, dall’altra ci sarà qualcun altro che ne subisce un danno, e non è detto che lo paghi in termini lineari, con conseguenze anche catastrofiche, che Lorenz chiama “effetto farfalla”.
Proprio in quegli anni si comincia a pensare non solo di cambiare il meteo, ma di creare una situazione permanente e quindi di trasformare il clima.
«Così qualcuno inizia a pensare: cosa rende l’Europa prospera e le garantisce un clima favorevole? La corrente del Golfo del Messico. Bene, allora qualcuno si è messo a studiare come modificare questa corrente. Non solo, ma qualcuno ha iniziato a chiedersi: possiamo provocare un terremoto? Qualcuno ha risposto ‘si può fare’». Qualcuno chi?
La domanda, infatti, è particolarmente inquietante: da chi scaturisce quella volontà politica che sta alla base della catena di comando? Brutte notizie, dice Mini: gli Stati stanno perdendo il controllo della situazione, che è monopolizzata da ristrettissimi gruppi di potere. Il generale le chiama “bande”. Sono costituite da «persone, associazioni e corporazioni, coaguli di potere che non hanno nessun interesse istituzionale, ma conseguono solamente il proprio interesse, e nel nome di esso sono disposte a mandare in crisi un sistema per modificarlo a proprio vantaggio, utilizzando mezzi illegali e legali». L’enorme potere di questo super-clan è confermato dalla situazione mondiale di massima emergenza, come confermato dalle analisi di carattere strategico a livello militare.

In sintesi: la demografia del pianeta è in aumento esponenziale, le risorse della Terra sono in netta diminuzione, l’economia globale è in recessione. Insomma, la coperta è sempre più corta. E il ruolo degli Stati nella definizione della minaccia è ormai ridotto a zero.

Non sono più gli Stati a decidere, a individuare o prevedere le minacce, sottolinea Mini. Sono “altri” che fanno le analisi. E fare le valutazioni della minaccia «vuol dire fornire le indicazioni per la politica». Bene, «questa prerogativa non è più nelle mani degli Stati, neanche di quelli forti».
George W. Bush, quando ha avviato la “guerra infinita” innescata dagli attentati dell’11 Settembre, non è stato indirizzato da fonti istituzionali, ma da «qualcuno che lavora fuori dalle istituzioni, contro le istituzioni». 
La situazione è veramente critica: molti Stati hanno l’acqua alla gola, colpiti dalla crisi e ricattati dalla cupola finanziaria mondiale.
La criminalità è in netto aumento, il contrasto verso le mafie si è indebolito e la percezione dell’insicurezza è cresciuta. Ogni problema viene estremizzato: la favola dello “scontro di civiltà” tra cultura giudaico-cristiana e cultura musulmana resta «il faro politico di tutte le relazioni internazionali». Così, non fa che crescere la militarizzazione del pianeta: «Le cose che venivano fatte con strumenti civili oggi vengono fatte quasi esclusivamente con strumenti militari, inducendo gli ambienti militari ad essere sempre più proiettati verso il controllo e il possesso di strumenti tecnologici per attuarlo».
La dualità, lo scontro, si manifesta in maniera preponderante nello spazio, con il controllo delle telecomunicazioni e dei sistemi di difesa, e ora anche nell’ambiente, «che non è più il luogo ove la guerra si manifesta, ma è l’arma», e negli agglomerati urbani, «che sono i luoghi dove si prevede il maggior intervento in termini di militarizzazione». Lo spazio è definito un “bene comune” e come tale dovrebbe essere salvaguardato. «Ma non succede, e la percezione di scarsa sicurezza alimenta un incremento della militarizzazione».
Come si sfrutta l’ambiente come arma? «Non solo con le modifiche meteorologiche, ma anche  tramite la negazione delle informazioni. Non c’è solo la disinformazione sull’ambiente, ma c’è una pratica militare che si chiama “denial of service”». Ovvero: «Si stabilisce che è necessario non solo negare la realtà o l’evidenza, ma negare l’informazione». E questo, ribadisce Mini, è già un vero e proprio atto di guerra. «Determinate persone o paesi non devono venire a conoscenza delle informazioni», anche se questo può causare catastrofi di proporzioni bibliche, come il devastante tsunami abbattutosi sulle coste dell’Indonesia. «Lo tsunami indonesiano (anno 2004) è ancora uno scandalo:
l’informazione sul suo arrivo era disponibile, ma interruzioni nella trasmissione dati a causa di anelli malfunzionanti, o volutamente non funzionanti, ne hanno impedito la comunicazione».
Un altro aspetto è emblematicamente rappresentato dal sistema HAARP. Click qui per approfondire.
Invece di influire sull’ambiente a carattere solo locale, dice Mini, ormai si può incidere globalmente.
Come manipolare e comandare un TORNADO dal SATELLITE
Come? «Andando a creare, artificialmente, dei punti più caldi o più freddi, e quindi modificando il clima interferendo anche sulle correnti». Lo stesso dicasi per le alterazioni che provocano i terremoti, anche se il generale nega che il recente terremoto in Emilia (anno 2012) sia stato “indotto”.

Ma attenzione: «Nessuno può negare che ci siano state più di 2.000 esplosioni nucleari nel sottosuolo terrestre, nella profondità degli oceani e persino nello spazio».
Già negli anni ’90, per colpire obiettivi di interesse militare in Cina, «fu pianificato di indurre un terremoto con delle esplosioni dalla zona di Okinawa». La dismissione di migliaia di ordigni nucleari, dopo la fine della guerra fredda, ha creato un mercato dei materiali fissili da innesco. «Le grandi compagnie petrolifere si offrirono di reimpiegarli e sappiamo che è possibile agire sulle faglie inducendo terremoti tramite ordigni nucleari o micro-nucleari».

Brusca fine della scia di aereo che stava irrorando lungo le fasce nuvolose

Tu puoi negare ciò che non sai circa qualche teoria della cospirazione,
ma non puoi dire in modo sensato che tu hai visto questo cielo giocando fuori da bambino. Puoi?

In natura, le forme quadrate NON ESISTONO!

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Che sia vero? Bush "manovrato" da qualcuno potente alle sue spalle?
Alcune immagini tratte dal Web:




VIDEO: EXTREME COLD IN USA, MELTING ARCTIC METHANE, HAARP?

Scie chimiche: la guerra segreta (Documentario):

Tanker Enemy ha realizzato il primo documentario professionale dedicato alla geoingegneria clandestina, alias "scie chimiche". Tutti noi saremo i produttori di un documentario che non porrà solo domande, ma che snocciolerà, una ad una, prove inconfutabili sulla "guerra climatica". La produzione porrà di fronte alle loro responsabilità tutti coloro che, in questi anni, hanno negato, ridicolizzato, sminuito il problema, che non è un problema, ma IL PROBLEMA.... (segue sotto il video in YouTube)


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OGM & CHEMTRAILS

Pubblicato il 09 gen 2013
Servizio andato in onda il 6 gennaio 2013 su TV Koper-Capodistria
Giornalista Rebeka Legović

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