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martedì 22 novembre 2016

L'ipocrisia di Ferrero sull'OLIO DI PALMA e NUTELLA

Per Ferrero l’olio di palma è un prodotto di “eccellente qualità”. L’azienda cerca così di sdoganare un grasso bocciato dai nutrizionisti e nascosto sulle etichette !


La campagna pubblicitaria della Nutella cerca di sdoganare l’olio di palma come prodotto di eccellente qualità

Gli italiani scoprono che l’olio di palma è un grasso “di eccellente qualità” nell’autunno del 2016, grazie alla massiccia campagna pubblicitaria promossa da Ferrero. Il concetto viene supportato da decine di articoli che descrivono l’olio della Nutella come un grasso: buono, senza contaminanti e rispettoso dell’ambiente. La stessa cosa si registra in molti programmi televisivi dove esperti addomesticati insieme a oncologi e biologi che non conoscono la materia elogiano il grasso tropicale. La realtà è leggermente diversa e lo sostenevano in passato nutrizionisti di solida e motivata fama, come il medico dietologo Oliviero Sculati e Carlo Cannella (presidente dell’Inran), che consideravano i grassi tropicali ingredienti di pessima qualità. La pensava allo stesso modo anche il nutrizionista Giorgio Calabrese (ora presidente del Comitato nazionale per la sicurezza alimentare), che in una famosa intervista di 6 anni fa accusava i grassi tropicali di “sporcare le arterie… essendo aterogenici, dando al sangue una maggiore viscosità… Nel mio Piemonte si chiama “sangue spesso”, salvo poi cambiare idea nel 2014. Oltre a questi motivi di tipo nutrizionale, l’olio di palma non è mai stato venduto nei supermercati perché nella versione di olio vergine è di colore rosso ed emana un odore sgradevole. Nella versione raffinata, invece, ha una consistenza semi solida che non piace.

L’olio di palma grezzo è rosso ed emana un odore sgradevole

Queste argomentazioni erano ben note anche alle aziende, che lo hanno abilmente celato nell’elenco degli ingredienti dietro la generica scritta “olio vegetale“. Se il palma fosse davvero un prodotto di “eccellente qualità”, perché non citarlo nella lista delle materie prime? In genere le aziende evidenziano sempre sulle confezioni la presenza degli ingredienti di pregio, come avviene per le patatine fritte e gli snack… preparati con olio di oliva, oppure di girasole e mais. Quali considerazioni scientifiche e/o nutrizionali hanno convinto Ferrero a classificare l’olio di palma come eccellente? Se fosse vero, perché ai consumatori di Nutella per decenni è stato nascosto l’uso di un ingrediente così importante (rappresenta il 20% del vasetto).

Ferrero cerca in tutti i modi di sdoganare l’olio di palma come prodotto di qualità

A questo punto è lecito avanzare qualche ipotesi sulle iniziative che potrebbero essere intraprese nel prossimo futuro per sdoganare il grasso tropicale e proiettarlo nell’Olimpo delle materie prime di qualità. I progetti sono tanti. Potrebbero iniziare i cuochi stellati con nuovi piatti a base di olio di palma. Ci stanno bene anche film e documentari con attori e personaggi dello spettacolo nelle piantagioni tropicali (è in uscita un servizio di Licia Colò invitata da Ferrero a visitare i luoghi di coltivazione). Non mancheranno certo libri di cucina con ricette elaborate da famosi food blogger, pronti a rilanciare i nuovi piatti  in rete.
Lo sdoganamento del palma è iniziato e Ferrero ha investito somme ragguardevoli promuovere quest’olio. Il problema vero non è questo ma il folto gruppo di giornali, editori, canali televisivi e siti web disposti a pubblicare qualsiasi cosa pur di riabilitare i peggiori grassi tropicali e attrarre così le simpatie di un potenziale sponsor che ogni anno investe somme considerevoli in pubblicità.
Roberto La Pira e Dario Dongo


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