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domenica 5 luglio 2015

Stop all’invasione dell’OLIO DI PALMA !

PETIZIONE - STOP ALL'USO DELL'OLIO DI PALMA
FIRMA LA PETIZIONE!
milioni di consumatori italiani ed europei hanno scoperto la presenza di un nuovo ingrediente in migliaia di prodotti alimentari. Stiamo parlando dell’olio di palma, una sostanza fino a oggi camuffata dietro la scritta “olii e grassi vegetali”. Per rendersi conto di quanto l’olio di palma sia diffuso basta dire che è il grasso principale di quasi tutte le merendine, i biscotti, gli snack dolci e salati, le creme… in vendita nei supermercati. L’ampio utilizzo di questa materia prima è dovuto sia al costo estremamente basso, sia al fatto di avere caratteristiche simili al burro.

Il Fatto Alimentare dice “no” all’olio di palma per motivi etici, ambientali e di salute e invita le aziende a sostituirlo con altri oli vegetali non idrogenati o burro.

1) La produzione di palma è correlata alla rapina delle terre e alla ... (segue nel LINK sopra annesso)

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UNA MAMMA SCRIVE:
"I biscotti Plasmon riempiono le dispense delle nostre case da generazioni. Bambine e bambini sono cresciuti mangiandoli felici fin dal sesto mese di vita. E i loro genitori hanno comprato questo prodotto per anni, sempre convinti che fosse la scelta migliore, la più sana e salutare. Ignoravano, però, la presenza di un ingrediente dannoso: l’olio di palma, una scorta per il futuro di alta concentrazione di grassi nel sangue. Oggi circolano molte più informazioni che in passato e non possiamo più permettere che il pericolo di quest’olio venga ignorato. Sono una mamma indignata. Ho una bambina di due anni e un secondo bambino in arrivo: vorrei che i miei figli crescessero mangiando alimenti sani e controllati. Chiedo alla Plasmon di ascoltare la mia richiesta, che è la stessa di molte altre mamme, e di produrre almeno una linea di biscotti che non contengano olio di palma: un ingrediente dannoso, facilmente sostituibile con l’olio d’oliva. I nostri bambini hanno diritto a un’alternativa, concediamogliela". 


Riteniamo la presenza del palma scorretta perché stiamo parlando del primo biscotto per l’infanzia, venduto sin dal 1902, e che ancora oggi viene presentato come il frutto “di una ricetta esclusiva preparata con un’armonia unica“.

La ricetta di questo biscotto che tutti i bambini hanno assaggiato almeno una volta, in passato era diversa. Nelle scatole di latta degli anni ’60, si legge che i biscotti contenevano solo “sostanza grassa del latte” in quantità pari al 6,6%. Lo zucchero era meno presente (22,5 rispetto al 25% di adesso) mentre le proteine erano in quantità superiore 12,5 rispetto all’8,9% di adesso. Una
Analisi dei biscotti PLASMON negli anni '60 - SANI!
rivisitazione della ricetta in virtù dei mutati gusti alimentari e delle aggiornate indicazioni nutrizionali è comprensibile, ma non la scelta di sostituire il burro con il palma.


Se l’intento di Plasmon era di ridurre gli acidi grassi saturi introducendo l’olio di oliva, non si capisce la decisione di eliminare la quota di burro sostituendola con il discusso olio di
palma. Stiamo parlando di un prodotto molto simile al burro ma considerato di qualità sensoriale e nutrizionale decisamente inferiore e comunque assente nella dieta di qualsiasi bambino. Qualcuno può pensare alla scelta del grasso tropicale al posto del burro per ridurre la quantità di colesterolo ma non è così perché i bambini non hanno certo questo problema.

«I bambini – spiega Enzo Spisni, docente di Fisiologia della Nutrizione all’Università di Bologna – durante lo svezzamento sono in una fase anabolica in cui il colesterolo viene rapidamente utilizzato per la fisiologia dell’organismo, essendo un costituente fondamentale delle membrane cellulari nonché un precursore degli ormoni steroidei e della vitamina D. Non dimentichiamo che lo stesso latte materno è ricco di colesterolo». Abbiamo chiesto all’azienda di motivare la scelta del palma ma nessuno ha voluto rispondere.
(tratto dal sito>> http://www.ilfattoalimentare.it/biscotti-plasmon-palma-petizione.html

Da leggere >>
criminali-sulla-pelle-dei-bambini-biscotti-plasmon-imbottiti-di-nascosto-di-olio-di-palma/#

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Ed ora.. sportivi.. strabiliate! 
Alla faccia di tutte le belle e accattivanti parole 
nella loro pubblicità! CONTIENE OLIO DI PALMA !!!
QUESTO PRODOTTO .. CONTIENE OLIO DI PALMA!!!


OLIO DI PALMA: L'ABUSO È SCONTATO...

Un'indagine del Fatto Alimentare ha rilevato la presenza di olio di palma in ben il 94% delle confezioni di biscotti presenti sugli scaffali del supermercato. Problemi alla salute e all'ambiente...

Olio di palma: l'abuso è scontato...
L'olio di palma costa poco. Cosa importa alle aziende produttrici se è causa della distruzione degli ambienti naturali o se contiene troppi grassi saturi? E così il consumo quotidiano aumenta, perché è davvero difficile sfuggirne.
Il fatto alimentare rivela che su cento confezioni di biscotti in vendita solo sei utilizzano il burro, o altri oli, tutte le altre impiegano olio di palma! L'indagine è stata condotta nel mese di luglio 2014 in un ipermercato del gruppo Bennet focalizzando l’attenzione su un prodotto alimentare come i biscotti presenti  nella dispensa della maggior parte delle famiglie italiane.
Il 94% dei prodotti sugli scaffali contengono  grassi vegetali che vengono indicati sull’etichetta con varie denominazioni: oli vegetali, grassi vegetali non idrogenati ecc. Le confezioni su cui è indicata una generica presenza di oli o grassi vegetali sono 28, mentre 65 biscotti riportano in modo chiaro sull’elenco  degli ingredienti l’olio di palma, sotto la denominazione di olio, grasso o margarina, da solo o miscelato, mentre in una sola confezione usa olio di girasole.
Spesso la discussione sull'olio di palma prende in considerazione solo l'aspetto della salute, assolutamente non trascurabile, per la presenza elevata di grassi saturi, ma non contempla l'impatto sull'ambiente delle coltivazioni intensive, nel Sud Est Asiatico e in Sud America, causa di deforestazioni e squilibri naturali. L'alternativa? Scegliere biscotti con altri grassi come olio di oliva e olio di girasole.

FONTE: http://www.terranuova.it/Alimentazione-naturale/Olio-di-palma-l-abuso-e-scontato

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L’olivo e l’olio di palma: le due facce del mondo

Lo scorso 10 luglio in uno dei tanti padiglioni all’Expo di Milano si è parlato di olio e olii vegetali. Ho trovato la notizia in rete con una breve intervista agli autori del libro L’olio giusto. 
Il commento assolutamente riguardevole di José Gàlvez, e cioè che l’olio di oliva del mediterraneo è il più sano di tutti, è stato subito annebbiato dal rammarico dimostrato dallo stesso Gàlvez per la sua scarsità. Cioè l’olio d’oliva non riesce a soddisfare la richiesta mondiale, ne consegue la necessità di ricorrere ad altri oli vegetali alternativi. A1-Olio di Palma e Olio di oliva_000

E’ paradossale che nel frattempo si stiano uccidendo secolari uliveti nella nostra Puglia adducendo motivazioni alquanto dubbie e soprattutto contrarie a qualsiasi buona pratica di salvaguardia e cura delle colture agricole. Questo irreparabile crimine è una delle tante dimostrazioni di come intere nazioni vengano piegate, privandole del loro patrimonio, per garantire gli interessi di chi non si preoccupa affatto del governo della res-publica, ma di servire, in qualità di burattino, un sistema accentrato nelle mani delle lobby finanziarie che mirano a sottomettere le economie di tutto il mondo.

L’olio di oliva può essere preservato e la sua abbondanza garantita, così come di tutte le tradizioni alimentari antiche e sane, basterebbe la volontà di farlo. Siamo di fronte a due sistemi economici: uno guidato dalle multinazionali che mira all’omologazione del cibo e dell’alimentazione, e che distrugge pur di imporre i propri prodotti. L’altro, che resiste e salvaguardia la biodiversità e le colture locali, è sostenuto dai piccoli produttori e dalle persone che hanno a cuore la Terra
A noi consumatori, ma soprattutto cittadini, esseri umani, il diritto di sollevare la testa e determinare il cambiamento indispensabile per garantire un futuro vivibile.

Ora, oltre all’olio di oliva, esistono sì diversi tipi di olii vegetali che hanno ottime proprietà, come l’olio di lino, di sesamo, di canapa, per citarne alcuni. Però di questi olii in realtà poco si parla, è invece sempre più nell’occhio del ciclone ma anche sempre più utilizzato il famoso – ahimé – olio di palma.

La Coop sta cercando di riabilitarlo in quanto soddisfa la crescente domanda dell’industria alimentare, Barilla ne tesse le lodi già da tempo.

Eppure l’olio di palma non è un semplice olio vegetale: prodotto esemplare dell’omologazione del mercato alimentare, è un alimento che ha parecchie controindicazioni.

Mariarosa mi racconta di come in Africa sia purtroppo largamente consumato… le mani si tingono di un grasso rosso che non va via, ricorda poi che, dopo aver mangiato una pietanza cucinata in un pentolone intriso di olio di palma – quello c’era – è stata, unica volta, davvero molto male.

Martina è stupita di come sia presente in tutti i prodotti dolciari industriali – in testa biscotti, creme spalmabili, merendine e prodotti per bambini – e anche in quelli che dicono di far bene! Sarà forse perché dallo scorso dicembre la presenza dell’olio di palma deve essere indicata chiaramente sull’etichetta, prima invece compariva un generico “olii e grassi vegetali” e quindi si nota di più la presenza. Sta di fatto che c’è.

Ma perché fa male e perché allora continua a essere utilizzato?

Il consumo abituale di olio di palma, cioè consumare quotidianamente e più volte al giorno, prodotti che lo contengono compromette la salute: studi recenti condotti da Francesco Giorgino dell’Università di Bari, rivelano come l’olio di palma danneggi e distrugga le cellule del pancreas che producono l’insulina. Questo significa che l’olio di palma può provocare il diabete mellito, oltre ai già dimostrati danni che arreca al sistema cardiovascolare, quindi cuore e arterie a rischio, e aumento del colesterolo cattivo come primo effetto.

Questo per quanto riguarda la nostra salute. Ma anche la sua produzione non è affatto innocua.

La coltivazione per l’estrazione dell’olio di palma causa la deforestazione e l’uccisione – fino alla completa estinzione – delle foreste tropicali e dei suoi abitanti, come oranghi, elefanti, rinoceronti, tigri. Ed è quello che sta avvenendo in Indonesia e in Malesia, dove si prevede che la foresta scomparirà nel giro di qualche decennio. 
Si possono visionare i numerosi video che circolano in rete per aprire un po’ più gli occhi. Eppure sebbene l’85% delle coltivazioni a scopo industriale si trovino appunto nel Sud-Est asiatico, vista la crescente richiesta, anche nazioni di altri continenti come il Brasile e la Colombia si sono convertite alla sua coltivazione.

Il diffuso impiego nella industria dolciaria di questo olio è dovuto alla sua sapidità e ai bassi costi di produzione. Inoltre, pur essendo un olio vegetale è particolarmente ricco di acidi grassi saturi a lunga catena, normalmente abbondanti nelle carni e nei grassi animali, e ciò rende, a basse temperature, più solidi i prodotti in cui è presente. Infine è un conservante migliore rispetto ad altri grassi come ad esempio il burro, perché non diventa rancido. Questi i motivi di chi vuole incentivarne la produzione e l’utilizzo. Alla faccia della sana alimentazione. 
Sappiamo che mangiare bene è un fattore preventivo e determinante per la buona salute e dovrebbe essere un diritto inalienabile per l’umanità. Non c’è molto da opinare e discutere, non è una questione di interessi diversi.

E’ una questione di coscienza.

Articolo di: Alessandra Bocchi

Fonti

http://www.wired.it/scienza/medicina/2015/05/08/tutta-verita-olio-di-palma/

http://www.barillagroup.it/corporate/it/home/media/posizioni-aziendali/210613-olio-di-palma.html

https://www.youtube.com/watch?v=zLCv_AUGics : la posizione di Coop sull’olio di palma

https://www.change.org/p/stop-all-invasione-dell-olio-di-palma : la petizione per dire basta all’olio di palma

http://www.ecoblog.it/post/158748/olio-di-olive-olio-di-palma-o-olio-di-colza



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